Yorgos Lanthimos è conosciuto per le sue opere cinematografiche intrise di provocazione e inquietudine, che spingono gli spettatori ad affrontare tematiche complesse e scomode. Da “Dogtooth” a “The Lobster” e “La favorita”, il regista greco ha costantemente stimolato dibattiti e reazioni contrastanti. Anche il suo ultimo lavoro, “Kinds of Kindness”, prosegue su questa strada, suscitando riflessioni profonde e reazioni emotive nei suoi spettatori.
La visione di Lanthimos su provocazione e disagio nel cinema
In un’intervista rilasciata a IndieWire, Yorgos Lanthimos e il suo collaboratore Efthymis Filippou esplorano il concetto di provocazione e disagio nei loro film. Contrariamente alla credenza diffusa, il regista sottolinea che non cerca deliberatamente di sconvolgere il pubblico con le sue opere. Filippou spiega che le storie di Lanthimos riflettono la realtà cruda e caotica in cui viviamo, portando alla luce temi sensibili e complessi che esistono realmente. L’obiettivo non è creare sconcerto per sconcerto, ma piuttosto spingere gli spettatori a confrontarsi con la realtà oltre le convenzioni sociali e culturali. Lanthimos aggiunge che il processo creativo non si basa sull’intenzione di provocare, ma piuttosto sull’esplorazione di temi e sentimenti autentici, lasciando spazio per interpretazioni e reazioni diverse da parte del pubblico. La sfida è offrire una prospettiva unica e stimolante che inviti alla riflessione e alla discussione, senza prevedere le reazioni degli spettatori.