L’origine della censura di Winnie the Pooh in Cina
Nel luglio del 2017, la Cina ha imposto un divieto assoluto sulla rappresentazione di Winnie the Pooh, uno dei personaggi più iconici e amati della Disney. Tuttavia, per comprendere le ragioni dietro questa decisione, dobbiamo fare un salto indietro di cinque anni, al 15 novembre 2012, quando Xi Jinping è diventato il segretario generale del Partito comunista cinese.
I meme su Xi Jinping e Winnie the Pooh
La cultura cinese dell’Internet è nota per la sua peculiarità, con social network come Twitter e Meta vietati mentre piattaforme locali come WeChat, Sina Weibo e Youku sono ampiamente diffusi. In particolare, un meme che ha circolato ampiamente ritraeva Xi Jinping confrontato con Winnie the Pooh, generando una serie di immagini che mettevano in ridicolo il leader cinese.
Le conseguenze e la lotta simbolica
Questa comparazione tra Xi Jinping e l’adorabile orsetto ha scatenato una reazione a catena. Le autorità cinesi hanno reagito vietando la rappresentazione di Winnie the Pooh e censurando i meme che lo coinvolgevano. Tuttavia, paradossalmente, il divieto ha trasformato Winnie the Pooh in un simbolo di opposizione al regime cinese.
Impatti sulla cultura pop e l’intricata censura cinese
La censura di Winnie the Pooh si è estesa anche a produzioni occidentali come il film Christopher Robin e la serie animata South Park, dimostrando l’ampio controllo che le autorità cinesi esercitano sui contenuti mediatici. Persino nel videogioco Kingdom Hearts III, il personaggio di Winnie the Pooh è stato censurato, evidenziando la rigidità della censura nella rappresentazione degli iconici personaggi Disney.
Contraddizioni nella censura e la presenza persistente di Winnie the Pooh
Nonostante il divieto, libri e giocattoli di Winnie the Pooh continuano ad essere venduti in Cina, e a Shanghai Disneyland esistono due attrazioni dedicate al personaggio. Questa contraddizione mostra come la censura sia principalmente rivolta agli adulti, mentre i giovani continuano a godere della presenza del dolce orsetto nel parco divertimenti.
Il futuro incerto e il richiamo al Bosco dei Mille Acri
Sebbene la censura su Winnie the Pooh sia ancora attiva in Cina, esperti ritengono che se Xi Jinping avesse ignorato i meme inizialmente, l’intera faccenda sarebbe stata dimenticata. Tuttavia, adesso sembra essere diventata una questione irrisolvibile. Resta da vedere se un giorno Winnie e i suoi amici potranno ritornare indisturbati al Bosco dei Mille Acri, un’incognita che permane nel panorama culturale cinese.