Dopo l’apprezzamento alla Mostra di Venezia, il documentario “Vakhim” di Francesca Pirani debutta al Salina Doc Fest, diretto da Giovanna Taviani e Antonio Pezzuto, promettendo emozioni intense e riflessioni profonde sulle dinamiche familiari.
IL VIAGGIO DI VAKHIM
Il racconto intimo di Vakhim attraversa tematiche universalmente riconoscibili come le separazioni familiari, la ricerca delle proprie origini e l’identità culturale, con un focus particolare sul rapporto genitori-figli e la conservazione della memoria storica.
L’INIZIO DI UN VIAGGIO
Adottato in Cambogia e trasferitosi in Italia a quattro anni, Vakhim si trova ad affrontare un nuovo mondo conosciuto solo attraverso la lingua khmer. La scoperta delle sue radici e il contatto con la madre biologica aprono un capitolo inedito nella sua vita, mettendo in luce il caos emotivo e le sfide dell’identità.
LA VISIONE DI FRANCESCA PIRANI
La regista Francesca Pirani, nota per la sua versatilità artistica e la collaborazione con figure di spicco come Marco Bellocchio, si cimenta in un progetto personale e universale allo stesso tempo. Attraverso la narrazione della storia di Vakhim, riesce a esplorare il tema delle adozioni internazionali e delle perdite identitarie con profondità e sensibilità.
L’ARTE DELLA NARRAZIONE
Utilizzando un mix di materiali originali e riprese contemporanee, Pirani crea un collage visivo che mescola realismo e poesia, offrendo al pubblico una visione articolata e coinvolgente dell’esperienza di Vakhim. Grazie a una scrittura attenta e a una regia sfaccettata, il documentario va oltre la mera cronaca per toccare le corde più intime dell’esistenza umana.
RIFLESSIONI SULLA FAMIGLIA
Attraverso le voci e le immagini di Italia e Cambogia, il film invita gli spettatori a interrogarsi sul significato della famiglia, sulle radici culturali e sulle connessioni emotive che plasmano le nostre vite. Una riflessione profonda che svela la complessità dei legami familiari e la ricerca costante di appartenenza e comprensione.
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