Introduzione:
L’avvocato iraniano Babak Paknia ha acceso i riflettori sulla situazione del film ‘Il seme del fico sacro‘, diretto da Mohammad Rasoulof, e il clima di oppressione vissuto dal team di produzione. La magistratura iraniana ha preso di mira il film, selezionato per il prestigioso Festival di Cannes, imponendo restrizioni e pressioni che hanno gettato ombre sulla libertà artistica e di espressione nel paese.
La Pressione sulla Produzione: Interrogatori e Divieti di Viaggio
La magistratura iraniana ha stretto il cerchio attorno al team di produzione del film ‘Il seme del fico sacro‘, promettente opera cinematografica diretta da Mohammad Rasoulof. L’avvocato Babak Paknia ha rivelato che alcuni membri del team sono stati convocati e interrogati dalle autorità, in un tentativo apparente di influenzare il regista del film. Le pressioni sembrano essere state esercitate per persuadere Rasoulof, un regista già condannato dalla corte rivoluzionaria iraniana, a ritirare il film dal Festival di Cannes. Inoltre, ai membri della produzione e ad alcuni attori è stato vietato di lasciare il Paese, creando una situazione di claustrofobia artistica e limitazione delle libertà personali. Rasoulof stesso è stato costretto a rinunciare all’invito a far parte della giuria di Cannes nel 2023, a causa di un divieto di viaggio imposto dopo il suo arresto nel luglio 2022. L’arresto è avvenuto in seguito alla condivisione di commenti critici nei confronti del governo, in merito alla brutale repressione delle proteste scoppiate nel Paese dopo la tragica morte di Mahsa Amini. La giovane è deceduta in custodia della polizia dopo essere stata arrestata per non aver rispettato correttamente le norme sull’abbigliamento, innescando una serie di eventi che hanno evidenziato le tensioni tra libertà di espressione e autorità governative in Iran.