La nascita di un controverso film biografico
Patryk Vega, regista polacco noto per i suoi film gangster, ha suscitato scalpore al Festival di Cannes presentando in anteprima un film biografico su Vladimir Putin. L’idea originale di utilizzare riprese dal vivo del leader russo è stata scartata a causa della qualità non sufficientemente alta per il grande schermo. Vega ha quindi fatto ricorso all’intelligenza artificiale per creare un deepfake di Putin, utilizzando una tecnologia innovativa che permette a un attore di “indossare” il volto del presidente russo. Questo ha suscitato polemiche e dibattiti sul confine tra realtà e finzione nel mondo del cinema.
Un ritratto provocatorio
Nel film, Putin viene ritratto nelle sue sfaccettature più private e insolite, mostrandolo in momenti di intimità come quando suona il pianoforte o quando è vittima di incontinenza. Il regista Vega ha dichiarato di voler esplorare la psicologia del presidente russo, presentandolo come un personaggio complesso e ambiguo, il cui ego è il motore delle sue azioni. Secondo Vega, il film rappresenta anche una sorta di manuale su come comprendere la mente di Putin, offrendo uno sguardo inedito e controverso sulla figura politica più discussa degli ultimi decenni.
Le implicazioni dell’intelligenza artificiale nell’industria cinematografica
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel cinema solleva interrogativi etici e legali, soprattutto in un periodo in cui la tecnologia può sostituire o manipolare la presenza umana sullo schermo. Il caso del film su Putin mette in luce le potenzialità, ma anche i rischi, legati alla creazione di deepfake e alla rappresentazione digitale di personaggi reali. L’industria cinematografica sta affrontando sfide senza precedenti nell’equilibrio tra creatività e tecnologia, con implicazioni sul futuro del lavoro e sulla tutela dei diritti dei professionisti del settore.