Nel mondo della cucina, esiste un universo parallelo alla spettacolarità televisiva di Masterchef. Esistono chef che abbracciano la filosofia del gusto e dell’amore per l’arte culinaria in un modo completamente diverso. Tra citazioni di filosofi e definizioni poetiche dei piatti, emerge un mondo dove la passione e la creatività regnano sovrane. In questo contesto si inserisce il film “Il gusto delle cose”, che racconta l’intensa storia d’amore tra due cuochi di altissimo livello, interpretati da Benoît Magimel e Juliette Binoche.
L’amore nell’arte culinaria
In un’ambientazione tipicamente francese del XIX secolo, Dodin Bouffant e Eugénie incarnano l’essenza stessa della cucina come arte. Il loro rapporto ventennale è permeato di una passione e una competizione che trova il suo culmine nella scoperta dell’amore. Mentre Dodin si distingue per un approccio metafisico alla cucina, Eugénie rappresenta l’indipendenza e la determinazione femminile. È solo di fronte alla malattia di lei che l’amore tra i due viene alla luce in tutta la sua potenza, svelandone la profondità e la bellezza.
La trasformazione sul set
La magia del cinema si unisce alla realtà nella recitazione di Magimel e Binoche, che negli anni avevano vissuto una relazione personale. Sul set de “Il gusto delle cose”, l’intesa artistica tra i due attori sembra aver riportato in vita anche la loro connessione emotiva. L’amore, che aveva resistito alla mancanza di comunicazione per due decenni, ritrova nuova linfa grazie al potere della recitazione e della narrativa cinematografica. Una storia d’amore completata da un intreccio culinario che conferisce profondità e significato alle azioni quotidiane della cucina.