Le turbolenze aeree sono tornate sotto i riflettori dopo il tragico fatto di cronaca avvenuto su un volo da Londra a Singapore. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla natura e i pericoli delle turbolenze aeree, fenomeno definito come uno dei più imprevedibili per i piloti. Le turbolenze sono causate da movimenti irregolari dell’aria dovuti alle correnti e possono variare da piccoli sobbalzi a eventi gravi che possono far perdere il controllo dell’aereo o causare danni strutturali, spesso associati a variazioni del vento o temporali che causano beccheggi e rollio.
Classificazione delle turbolenze
Le turbolenze sono classificate in quattro categorie principali dal National Weather Service, basandosi sull’intensità e sulla stabilità dell’aria:
- Leggera: Provoca lievi variazioni di altitudine o assetto, con piccoli sobbalzi. I passeggeri possono avvertire una leggera tensione sulle cinture di sicurezza.
- Moderata: Simile alla turbolenza leggera ma più intensa, con forte tensione sulle cinture e oggetti non fissati in movimento.
- Grave: Provoca bruschi cambiamenti di altitudine o assetto e significative variazioni di velocità, con l’aereo fuori controllo per brevi periodi.
- Estrema: L’aereo viene sballottato violentemente e può diventare incontrollabile, con potenziali danni strutturali.
Cause delle turbolenze
L’Ente Nazionale Assistenza al Volo identifica quattro principali cause di turbolenza: meccanica, termale , in aria chiara e di scia. Le turbolenze possono essere particolarmente pericolose quando associate ai temporali, con forti correnti verticali che possono spostare un aeromobile verso l’alto o il basso di 600-1800 metri, con la massima turbolenza che si verifica vicino al livello medio della tempesta, tra 3.500 e 6.000 metri, in nubi a maggiore sviluppo verticale. Raffiche abbastanza forti possono fermare un aeromobile in volo o paralizzarlo alla velocità di crociera prevista.