IL RITROVO FAMILIARE NELLE VERDI COLLINE DEL PIEMONTE
Nel suggestivo scenario delle Langhe, terra di pregiati tartufi bianchi d’Alba e tradizioni secolari, prende vita ‘Trifole – Le radici dimenticate’, il film di Gabriele Fabbro che porta in scena una storia intrisa di valori familiari, legami con la natura e antiche tradizioni.
DALIA E IL SUO VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DEL TARTUFO
Protagonista è Dalia, interpretata da Ydalie Turk, una giovane donna cresciuta nella frenesia di Londra che si ritrova catapultata tra le vigne piemontesi per prendersi cura del nonno Igor, magistralmente interpretato da Umberto Orsini, un anziano esperto ricercatore di tartufi ormai affetto da demenza senile.
LA LEGGENDA DEL TARTUFO E I PROBLEMI DI IGOR
In un intreccio di emozioni e segreti, Dalia scopre la passione di Igor per i tartufi, custode di antiche conoscenze e leggende riguardanti questo prelibato fungo. Tuttavia, la tranquillità della loro vita è minacciata dall’avanzare di una notifica di sfratto che mette a rischio la loro proprietà, ambita dalle potenti aziende vinicole locali.
LA RICERCA DEL TARTUFO BIANCO COME SALVEZZA
Per evitare lo sfratto imminente, Igor decide di condividere con Dalia i segreti del suo mestiere di trifolaio e di intraprendere insieme una ricerca disperata del tartufo bianco più prezioso, nella speranza di riscattare la casa e preservare il loro legame con la terra e le tradizioni di famiglia.
UNA STORIA CHE UNISCE PASSATO E PRESENTE
In ‘Trifole – Le radici dimenticate’, la magia del cinema si mescola alle atmosfere autentiche delle Langhe, offrendo al pubblico un viaggio emozionante alla scoperta di valori genuini, legami familiari indissolubili e la straordinaria bellezza di una terra ricca di storia e tradizioni millenarie.