Padri e figli: un legame segnato dalla maledizione
Il tema del giocattolo maledetto è un classico nel genere horror e, sebbene sia stato trattato innumerevoli volte, The Monkey riesce comunque a rinnovarlo grazie al suo tono assurdo e talvolta esagerato. Il nucleo centrale della trama riprende il racconto originale di King: un padre e un figlio sono legati da un vecchio giocattolo, una scimmia a molla che ha il misterioso potere di provocare la morte in modo atroce e imprevedibile alle persone che in qualche modo sono collegate al suo possessore. Hal, il protagonista, da bambino ha ereditato la scimmia dal suo padre, insieme al suo odiato fratello gemello, e credeva di aver sepolto quel orrore per sempre. Tuttavia, quando la scimmia torna a perseguitarlo da adulto, minacciando la vita di suo figlio Petey, il legame tra i due si fa più complicato, segnato dai traumi infantili e dalle difficoltà nel costruire una relazione sana. La maledizione del giocattolo diventa un strumento che consente a Hal di riscoprire la sua natura di padre, portando avanti il suo legame con il figlio, ma non senza confrontarsi con l’eredità del mostruoso oggetto.
Un horror che gioca con i tempi comici
The Monkey si presenta come un horror atipico, in cui non è tanto l’azione o i jumpscare a fare la differenza, quanto il come la storia viene raccontata. Sebbene ci sia una certa abbondanza di violenza, anche cruda e esagerata, la vera sorpresa del film sta nei suoi tempi comici e nel modo in cui il regista Oz Perkins (già noto per Longlegs) costruisce il suo racconto. L’elemento sorpresa non arriva dai soliti colpi di scena, ma dalla tempistica con cui le morti assurde si succedono, sorprendendo lo spettatore per la loro imprevedibilità. La scrittura sagace e divertita, anche di fronte a scene cruente, crea un’atmosfera in cui l’ironia riesce a rendere piacevole anche ciò che dovrebbe essere angosciante. Il montaggio, serrato e ben costruito attorno ai momenti più ironici, è una delle carte vincenti del film.
Un film che perde un po’ nel finale, ma resta efficace
Sebbene The Monkey sia una perfetta operazione dal punto di vista stilistico, non è esente da difetti. Il film perde un po’ di efficacia nel finale, quando la trama si fa più prevedibile e meno sorprendente rispetto ai primi atti. Nonostante ciò, la sua coerenza con il tono generale della storia lo rende comunque un prodotto brillante, che non delude completamente. La scelta di mantenere il cast ridotto all’osso, con Theo James convincente nei panni di Hal e del suo gemello Bill, aggiunge un ulteriore elemento di efficacia al film, che gioca molto sulla psicologia dei personaggi e sul loro conflitto interno.
Un horror brillante e sorprendente
The Monkey si configura come un film di horror-commedia atipico, che sfrutta le tematiche tipiche della letteratura kinghiana per realizzare un prodotto dissacrante e divertente. Il suo punto di forza sta nell’equilibrio tra orrore e umorismo nero, che riesce a divertire e a inquietare allo stesso tempo. La sua unica pecca è quella di perdersi un po’ nella prevedibilità verso la fine, ma rimane comunque un film riuscito, fedele al proprio tono e particolarmente efficace nei suoi momenti più esagerati. Un piccolo gioiello che dimostra che l’orrore, se trattato con la giusta dose di ironia, può ancora sorprendere e intrattenere.