Paolo Sorrentino porta sul grande schermo con “Parthenope” la storia avvincente di una donna sensibile e affascinante, interpretata dalla giovane Celeste Dalla Porta, che attraversa gli anni ’50 fino ai giorni nostri. Tra amori, incontri, sensazioni e dolori, la pellicola si dipana in una Napoli suggestiva e affascinante, dove la protagonista sembra incarnare il mito fondativo di Parthenope.
UN RACCONTO DALLE MULTIPLE SFACCETTATURE
La trama si snoda attorno alla donna, circondata da personaggi di contorno ma cruciali per la sua esistenza: dal fratello al primo fidanzato, dal professore che la trasformerà in docente universitaria , alla grande attrice avvilita dal declino , fino all’anziano ricco e vanitoso straniero , e al vecchio e cinico vescovo custode delle reliquie di San Gennaro . Ogni incontro apre le porte a nuove emozioni e sensazioni inesplorate.
L’ESORDIO DA APPLAUSI NEL POST-PANDEMIA
Il debutto di “Parthenope” al 77esimo Festival di Cannes ha suscitato grande interesse, confermandosi come uno dei migliori film drammatici italiani dell’era post-pandemia. La trama avvincente e gli interpreti di talento hanno catturato l’attenzione del pubblico e della critica, confermando il prestigio di Paolo Sorrentino nel panorama cinematografico internazionale.
DALLA VITA VISSUTA ALLA VITA SOGNATA
La poetica e l’estetica sorrentiniane permeano ogni scena di “Parthenope“, richiamando alla mente i precedenti capolavori del regista premio Oscar. La fusione tra realtà e suggestione, la magia dei luoghi e dei momenti quotidiani, insieme alla bellezza femminile esaltata con stupore e smagatezza, costituiscono i pilastri su cui si erge la narrazione. Sorrentino stesso ha sottolineato che mentre “È stata la mano di Dio” raccontava la sua vita vissuta, “Parthenope” è il racconto di una vita sognata, accentuando la connessione tra i due film.
UNA RIFLESSIONE SUL PASSAGGIO DEL TEMPO
“Parthenope” esplora il tema del passare del tempo e della giovinezza, ritraendo la bellezza e l’effimero della giovinezza stessa. La pellicola invita lo spettatore a riflettere sulla fugacità della giovinezza e sull’eternità effimera che spesso la contraddistingue, offrendo una prospettiva unica e coinvolgente sulle generazioni e sui cicli di vita umana.
CONSIGLI PER GLI AMANTI DEL CINEMA
Per coloro che hanno apprezzato “Parthenope“, consigliamo di esplorare altre opere di Sorrentino come “È stata la mano di Dio” e “Youth“, che condividono temi e suggestioni simili, offrendo ulteriori spunti di riflessione sui contrasti generazionali e sull’essenza della vita.
Raccontare storie come “Parthenope” non solo intrattiene, ma porta lo spettatore in un viaggio emozionante attraverso il tempo e lo spazio, consentendo di esplorare le profondità dell’animo umano in un contesto ricco di suggestioni e fascino.
