Claude Barras, il regista di successo di “La mia vita da zucchina“, nel 2017 ha conquistato la nomination agli Oscar come miglior film d’animazione con “Sauvages“. Questo film, presentato inizialmente a Cannes e successivamente al Locarno Film Festival, tocca temi delicati legati all’allarme ambientale e alla società. Barras, tramite la tecnica della stop motion, trasmette poesia e verità, coinvolgendo grandi e piccini in una storia che punta diritta al cuore delle questioni sociali contemporanee.
Una storia avvincente e coinvolgente
La trama di “Sauvages” prende ispirazione da figure di spicco come Dian Fossey, Jane Goodall e Bruno Manser, attivista scomparso nel 2000, impegnato nella lotta contro la deforestazione del Borneo. Il film narra la storia di Keria, una giovane che salva un cucciolo di orango abbandonato nella foresta, e di Selai, un bambino del popolo nomade dei Penan, entrambi coinvolti nella resistenza contro le compagnie che minacciano la foresta.
L’importanza dell’educazione ambientale
Attraverso i protagonisti, Barras espone il concetto di “selvaggio” in diverse sfaccettature: da un lato individui malvagi e dannosi, dall’altro persone libere e senza confini. Questo contrasto, evidenzia il regista, riflette l’interconnessione tra tutti gli esseri umani e l’ambiente circostante. I bambini nel film, consapevoli della necessità di un cambiamento, diventano portavoce di un messaggio di sensibilizzazione per una maggiore consapevolezza ambientale.
Un film che ispira il cambiamento
“Sauvages” aspira a stimolare un dialogo aperto riguardo alle problematiche ambientali e sociali, incoraggiando spettatori di tutte le età a considerare piccole azioni quotidiane che possano fare la differenza. Nell’ottica di Barras, il film ha il potere di avviare un processo di riflessione e sensibilizzazione sui temi cruciali del nostro tempo, fornendo uno spunto per una trasformazione positiva nella vita di ogni famiglia.
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