Jamie Lee Curtis è considerata a buon diritto una delle Scream Queen più celebri nella storia del cinema, grazie soprattutto alla sua iconica interpretazione di Laurie Strode nel franchise di Halloween. La sua fama di regina dell’orrore deriva proprio dalla capacità di affrontare, sul grande schermo, ogni sorta di minaccia sovrannaturale e killer spietati. Eppure, nella vita di tutti i giorni, l’attrice ha ammesso di non sopportare l’idea di essere spaventata: un tratto curioso, che rivela una sensibilità inaspettata dietro l’immagine granitica della Scream Queen.
Il film Disney che ha traumatizzato la regina dell’Horror
Nonostante abbia sfidato Michael Myers e altre creature terrificanti nella sua lunga carriera, Jamie Lee Curtis ha confessato di aver avuto un vero e proprio trauma legato a un classico d’animazione Disney. L’attrice ha svelato che, da spettatrice comune, non tollera affatto quando un film, anche se pensato per i più piccoli, inizia a prendere una piega spaventosa. Stando alle sue dichiarazioni, uno dei villain Disney che più l’ha intimorita è Jafar, l’antagonista del film Aladdin.
Jafar e la sua terrificante trasformazione
La scena che ha generato un forte spavento per Jamie Lee Curtis è quella in cui Jafar, entrato in possesso della lampada magica, si trasforma in un serpente mostruoso dagli occhi rossi. Questo passaggio, in cui lo stregone assume sembianze animalesche per piegare al proprio volere il Genio, ha sempre turbato l’attrice.
Nonostante la Curtis sia abituata a interpretare ruoli che la vedono alle prese con creature spaventose e scene di violenza, ammette di non poter fare a meno di provare un senso di agitazione di fronte alla metamorfosi di Jafar in Aladdin.
Una Scream Queen che non ama l’Horror
Intervistata ai microfoni di NME, Jamie Lee Curtis ha rivelato un tratto molto umano e distante dalle sue interpretazioni: pur avendo costruito la sua carriera sui film dell’orrore, lei stessa preferisce evitare il genere quando si tratta di tempo libero. Ha raccontato, infatti, che appena una pellicola inizia a diventare troppo inquietante, trova rifugio in qualsiasi azione che possa distrarla, come cantare o fare rumore per coprire la tensione.
Il sorprendente contrasto tra finzione e realtà
È sorprendente notare come una veterana dell’horror non tolleri nemmeno gli aspetti più lievi della paura. Eppure, questo contrasto tra la Jamie Lee Curtis professionista – coraggiosa, pronta a fronteggiare serial killer e fantasmi – e la Jamie Lee Curtis privata – che si spaventa per Jafar – la rende ancora più affascinante e umana. In fondo, la magia del cinema sta anche nel permettere a un’attrice di interpretare ruoli diametralmente opposti rispetto alla propria indole.
In definitiva, la storia di Jamie Lee Curtis e del suo trauma disneyano ci ricorda che anche le star più temerarie sullo schermo custodiscono paure intime e personali. Una regina dell’orrore può tranquillamente aver timore di un villain d’animazione, a dimostrazione di come la paura sia un sentimento universale, in grado di colpire chiunque, anche chi ha costruito la propria fama sulla capacità di urlare più forte degli incubi.