“James Mangold critica i multiversi nel cinema contemporaneo”

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"James Mangold critica i multiversi nel cinema contemporaneo" - Horrormania.it

Nel panorama cinematografico attuale, il regista James Mangold ha espresso il suo disprezzo per la tendenza dei multiversi, definendoli come “la morte della narrazione”. Questo dibattito è emerso durante una recente discussione riguardante il suo prossimo progetto, il film biografico su Bob Dylan intitolato A Complete Unknown.

Il parere di James Mangold su Deadpool e Wolverine

Il film, basato sul libro Dylan Goes Electric! di Elijah Wald, esplorerà la controversia legata al passaggio di Dylan nel 1965, con Timothée Chalamet nel ruolo del celebre cantautore. Durante un’intervista con Rolling Stone, Mangold ha confermato che l’icona della musica country Johnny Cash, interpretato da Boyd Holbrook, avrà un ruolo di rilievo nel film. Tuttavia, il regista ha escluso il coinvolgimento del Johnny Cash interpretato da Joaquin Phoenix in Walk the Line, poiché non è propenso a esplorare i multiversi. Mangold preferisce concentrarsi sull’unicità di ciascuna pellicola e dei suoi personaggi, evitando intrecci complessi con riferimenti a opere passate.

Multiversi: un “nemico della narrazione” secondo Mangold

L’espressa critica di Mangold verso i multiversi li definisce un “nemico della narrazione”, sottolineando come la tendenza a costruire universi cinematografici ampi possa depauperare il valore dell’emozione narrativa e della qualità delle opere stesse. Queste osservazioni aprono a un dibattito più ampio sull’impatto dei multiversi nell’ambito del cinema contemporaneo, soprattutto all’interno del Marvel Cinematic Universe, dove tali stratagemmi narrativi stanno guadagnando notevole popolarità.

Il posizionamento critico di Mangold emerge anche in rapporto al ritorno di Hugh Jackman nei panni di Wolverine in Deadpool e Wolverine, nonostante il personaggio fosse stato ucciso nel film Logan del 2017, anch’esso diretto da Mangold. Inizialmente ironico, il regista ha successivamente chiarito di non essere preoccupato dalle implicazioni dei multiversi sul proprio lavoro, mantenendo però intatto il suo rispetto per i colleghi.

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