Un titolo che racconta il caos urbano
Uno degli ultimi cartelloni pubblicitari nella metro di New York, realizzato dal Metropolitan Transportation Authority, recita: “Don’t be someone’s subway story”. Un monito che invita a non diventare il protagonista di una storia strampalata o sgradevole nella metropolitana. Questo messaggio ispiratore ha scatenato la creatività di Luca Balser, il regista del film “What Doesn’t Float”, presentato al Riviera International Film Festival.
Sette racconti a New York, legati all’acqua
Le storie intrecciate
Il lungometraggio realizzato dalla Gummy Films, in collaborazione con la co-produttrice Rachel Walden, racconta sette racconti indipendenti ma collegati tra loro. Come vignette di una via crucis profana, le storie si susseguono lungo le rive, affiorando dalla massa di ciò che non galleggia, come reperti umani. Ogni racconto cattura un momento di intensa emozione, facendo emergere le vere sfumature della vita urbana a New York.
Le Storie che Emergono Sull’Acqua
Vicissitudini quotidiane
I racconti narrano di un uomo che raccoglie rifiuti plastici su una tavola paddle, di una discussione furente, di una fuga in moto, dell’intreccio tra anziano e bambino, dell’incubo della droga, di segreti svelati, di tragedie che si consumano e della paura del futuro incerto legato al lavoro. Sono storie di vulnerabilità e forza, di desideri e paure che si intrecciano nella vastità caotica di New York.
I Racconti di New York e il Cinema Indipendente
Un confronto con il passato
“What Doesn’t Float” si distingue per la sua eleganza, pur attingendo a elementi tipici del cinema indipendente. Ricorda da vicino opere come “New York Stories” del 1989, ma porta avanti un linguaggio visivo e narrativo fresco e contemporaneo. Con una durata di soli 69 minuti, il film offre uno sguardo intimo e intenso sulle vite dei personaggi, senza perdere mai di vista la complessità umana che li anima.
Riflessioni sul Cinema e la Vita Urbana
Il fascino delle storie urbane
Le grandi città come New York sono un palcoscenico perfetto per raccontare le molteplici anime dell’umanità. Le tensioni, le emozioni, i conflitti che si generano tra individui diversi e le loro interazioni sono un terreno fertile per la narrazione cinematografica. “What Doesn’t Float” invita lo spettatore a immergersi in un viaggio emozionale tra luci e ombre della metropoli, rivelando una trama avvincente e coinvolgente, che rispecchia la complessità e la bellezza delle esperienze umane nella grande mela.