Alfonso Cuaron: la sua vita raccontata attraverso il cinema

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Alfonso Cuaron: La sua vita raccontata attraverso il cinema - Horrormania.it

Alfonso Cuaron, noto regista messicano nato nel 1961, ha condiviso emozionanti momenti personali e artistici durante una masterclass al Locarno Film Festival, dove è stato insignito del prestigioso Lifetime Achievement Award.

Passione precoce per il cinema

Durante l’incontro, Cuaron ha raccontato con sincerità e ironia le sue prime esperienze legate alla passione per il cinema, affermando di aver capito sin da piccolo che la sua vita sarebbe stata dedicata a questa forma d’arte. Un momento fondamentale che ha plasmato la sua visione del cinema è stato quando, da bambino, ha visto il film “Ladri di biciclette” insieme a suo cugino. Quest’opera, poetica e allo stesso tempo radicata nella realtà, ha ispirato Cuaron a cercare film simili che lo avrebbero guidato nel suo percorso artistico.

Dal passato al presente: Cuaron alla Mostra del Cinema di Venezia

Il regista messicano ha svelato che il suo ultimo progetto, la miniserie thriller “Disclaimer” per Apple Tv+, vedrà la partecipazione di Cate Blanchett nel ruolo di una giornalista documentarista alle prese con oscuri segreti. Questo lavoro si inserisce in una carriera cinematografica ricca di successi, che spaziano da film come “Y tu mamà tambien” e “Gravity” fino a opere più recenti come “Roma” e “I figli degli uomini“. Cuaron sostiene che i film più deboli sono quelli troppo didattici e che, se si desidera affrontare temi sociali, è fondamentale partire da un coinvolgimento personale anziché da un interesse astratto.

Il futuro di Cuaron: All’orizzonte spunta un possibile horror

Guardando al futuro, Alfonso Cuaron non esclude di cimentarsi in uno dei generi preferiti del suo amico Del Toro: l’horror. Pur ammettendo di amare questo genere come spettatore, Cuaron afferma che il suo approccio all’horror sarebbe più legato alla realtà rispetto a quello più metafisico del collega. Nonostante abbia già sperimentato la scrittura in questo ambito, il regista riconosce che il lavoro non è ancora pronto, lasciando aperta la porta a futuri progetti.

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