Abbandonata l’idea delle runtime fee: Unity torna alla formula originale

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Abbandonata l'idea delle runtime fee: Unity torna alla formula originale - Horrormania.it

L’anno scorso, l’ex CEO John Riccitiello fece scalpore con un piano che avrebbe costretto i dev che usavano Unity come engine a pagare una tassa in base al numero di installazioni del loro gioco. Questa ‘runtime fee’ sarebbe stata richiesta una volta superata una certa soglia di installazioni.

Cambiamenti nei termini di servizio

Nei nuovi termini, Riccitiello eliminò la distinzione basata sul prezzo del gioco. In pratica, anche i giochi free-to-play sarebbero stati soggetti al pagamento. La differenza principale risiedeva nel tipo di engine utilizzato: per i giochi creati con il modello ‘free’, il pagamento sarebbe iniziato dopo 200.000 installazioni, mentre per quelli realizzati con i modelli Enterprise e Pro, la soglia era di 1 milione di installazioni.

Proteste e conseguenze

Questa mossa scatenò una vera e propria rivolta. Molti sviluppatori iniziarono a offrire i propri giochi a prezzi ridotti su Steam come forma di protesta. Ad esempio, il team dietro Cult of the Lamb decise di rimuovere il gioco da tutti gli store online. Altre iniziative simili seguirono, portando infine alle dimissioni di Riccitiello poche settimane dopo, con conseguente riduzione del personale aziendale.

Ritorno alla normalità

Un anno dopo, il successore di Riccitiello, Matt Bromberg, ha annunciato che l’idea delle runtime fee è stata definitivamente abbandonata. Ora, gli sviluppatori potranno utilizzare Unity come sempre e pagare un canone annuale. Si torna così al vecchio sistema, dove è possibile mantenere la propria versione dell’engine senza subire modifiche nei Termini di Servizio. Questa decisione, spiega Bromberg, riguarda al momento solo i game developer.

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